Insegnamenti di Leadership per Manager e Politici


A proposito di “Leadership”*

Il libro che vi propongo, è scritto dall’ex primo ministro inglese Tony Blair il quale, lasciata la politica attiva, opera attualmente come consulente. Forte di una esperienza decennale come capo del governo di Sua Maestà Britannica, dal 1997 al 2007, Blair si rivolge principalmente a coloro che hanno responsabilità di governo, ma la sua esperienza può essere utile a molti altri. In particolare coloro che occupano una posizione di responsabilità, politica o amministrativa, e devono attuare un programma. (Presidenti, Project Manager, Amministratori pubblici e privati).

Il libro contiene numerosi spunti di riflessione anche per il lettore/ elettore alla ricerca di ispirazione o di “nutrimento” per il proprio spirito critico.

A conclusione di un anno elettorale particolarmente intenso e ricco di sorprese, soprattutto per le democrazie occidentali, mi piace sintetizzare una considerazione che emerge fin dai primi paragrafi del libro: “Le indicazioni e le promesse del programma elettorale servono a vincere, (le elezioni) ma non a governare,.. se non in quanto dicono quello che il leader spera che accada; ed è raro che definiscano delle priorità con il rigore che, una volta giunti al potere, è assolutamente vitale“. Con una simpatica barzelletta, che riporterò tra i commenti per non appesantire la lettura, l’autore chiarisce lo spirito della “campagna elettorale”

Buona lettura,

* Leadership un termine anglosassone di cui noi italiani forse abusiamo. Sempre presente nei “social” per professionisti, in cui una moltitudine di “esperti” e assimilati a volte spiegano come ottenerla, in tre frasi e due diagrammi..

3 pensieri riguardo “Insegnamenti di Leadership per Manager e Politici

Aggiungi il tuo

  1. La barzelletta cui accennavo nel post.

    Una volta un prete cattolico mi raccontò una barzelletta sulla religione che potrebbe valere anche per la politica. Un gruppo di defunti arriva alla porta dell’aldilà e viene accolto non, come si aspettava, da san Pietro, ma dal diavolo, che dice loro: Pensateci bene prima di incontrare san Pietro, lasciate che io vi mostri le alternative, perché la mia cattiva reputazione è immeritata ed è importante che le conosciate. Bene, dicono i defunti, e il diavolo mostra loro il paradiso, dove tutti sono tranquilli e rilassati, parlano rispettosamente a voce bassa, leggono qualche libro per migliorarsi e si comportano in genere da gente perbene. Poi mostra loro l’inferno: feste scatenate, bevute, orge, gente che si lascia andare e si concede di tutto. Oh, pensano i defunti, non sapevamo che l’inferno fosse così. Tornano alla porta dell’aldilà e a san Pietro dicono: Sei davvero gentile ad offrirci il paradiso, ma, ehm, senza offesa, preferiamo andare all’inferno. Poi si congedano, arrivano all’inferno e vi trovano lamenti, stridore di denti, freddo: una situazione penosa, orribile. Vedono il diavolo, lì a sorvegliare i dannati, e, arrabbiati, gli si avvicinano: Ehi, cos’è questa roba? Dove sono le feste, le bevute, le orge, la baldoria e tutte quelle meraviglie che ci hai promesso? Ah, risponde il diavolo, allora ero in campagna elettorale.

  2. Simpatica la barzelletta, ricorda tanto quella de “la pausa è finita, tutti in ginocchio”.

    Le promesse elettorali temo facciano parte della natura “commerciale” dell’essere umano: promettere ciò che l’ “acquirente” desidera, pur di fargli staccare un ordine. Vale in fase di assunzione (condividerò separatamente l’ultimo esempio in data) così come in fase elettorale, in campagna politica così come in fase di fissazione degli obiettivi e rispettivi premi.

    Ciò che non credo finirà mai di stupirmi non è tanto l’approccio “facile” seguito da gran parte (non tutti!) i “commerciali”, quanto l’impressionante quantità di creduloni che continuano ad acquistare tappeti venduti porta a porta, incapaci di imparare da precedenti esperienze.

    Da un punto di vista freddo e pragmatico, vien da dire: fan bene a mentire: tanto la gente vuole continuare a crederci!

    Da un punto di vista etico e, credo, pragmatico, non solo è sbagliato approfittare dei creduloni. È anche alla lunga controproducente. La menzogna iniziale sfrutta la capacità d’adattamento del sistema e la propensione umana ad adattarsi. Ma nessuna risorsa è infinita: una volta che i “furbi” avranno “rubato” tutto ai “creduloni”, non solo quest’ultimi man anche i primi si ritroveranno in povertà.

    Quando i “leader” cominceranno ad interessarsi al benessere delle generazioni presenti e future, incluse le loro discendenze?

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Sito con tecnologia WordPress.com.

Su ↑

Ethics of knowledge

Project Management and Ethics

Abeba Birhane

Anti-Cartesian rants, mainly...