Ancora oggi, nel tempo del cambiamento esponenziale, il mito della Crescita e del PIL (prodotto interno lordo) rimane un imperativo categorico e impegnativo, ora, “per tutte e tutti”..
Se ne sente parlare giornalmente da parte di politici, amministratori, esperti che si compiacciono di un aumento percentuale dello zero virgola .. e prevedono per il futuro variazioni, in più o in meno, a seconda delle politiche economiche, sociali, industriali che saranno attuate. Anche Il “ritorno” alla casa bianca del presidente eletto degli Stati Uniti sta suscitando attese e speranze, indipendentemente dalle risultanze della prima esperienza.
Eppure già, ed ancora, all’inizio del secolo (2004) dopo 30 anni di allarmi e polemiche qualcuno scriveva*

* OBIETTIVO DECRESCITA – A cura di Mauro Bonaiuti – Editrice Missionaria Italiana – 2004
Il tentativo di tornare al passato per risolvere le contraddizioni che caratterizzano la nostra società tecnologica è stato già descritto ed inquadrato, a livello filosofico, come utopico. Si parla di Retrotopia. Certo, è utopico cercare di risolvere i problemi utilizzando gli stessi strumenti e indicatori che hanno contribuito a crearli. Le affermazioni polemiche, quanto mai attuali, sul rapporto causa effetto tra cambiamenti climatici, emissioni in atmosfera, denatalità, immigrazione e aspettativa di vita, della nostra società sono sempre viste in funzione del loro effetto sul PIL e sulla Crescita. Con tutto il rispetto per gli economisti, i politici e una classe dirigente mediamente distratta o indifferente, ritengo che, utopie a parte, perseverare in questo caso sia almeno inutile e dannoso.
Cambiare l’approccio metodologico da parte delle società tecnologiche occidentali, con un ritorno alla coerenza, sembra condizione necessaria per salvare le loro democrazie.
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