
Social network o Social Market?
La comunicazione del social network che mi invita, ancora una volta, a prendere visione dell’aggiornamento dei termini contrattuali — che posso accettare o rifiutare — mi ha spinto a una riflessione che desidero condividere.
Questo social, nato con l’intento di ritrovare vecchi amici e colleghi, oggi sembra aver deviato verso un modello più commerciale, in linea con i dogmi della nostra società. Ora ci propone di entrare in contatto, virtualmente, con persone che vogliono venderci qualcosa, offrirci un lavoro o promuovere la propria professionalità.
Molti dei profili che ci vengono suggeriti — selezionati da algoritmi, oggi potenziati dall’intelligenza artificiale — non sono ciò che sembrano: si rappresentano, più che essere. Altri ci indicano cosa fare o cosa evitare per raggiungere obiettivi di ogni tipo, spesso ridotti a tre punti o a schemi grafici. Tutto appare semplice, ma poi… I gruppi e le organizzaioni celebrano i loro successi allo scopo di attirare l’interesse dei loro sostenitori ma non dicono quali strumenti di misura, o indicatori, abbiano usato per dichiararlo.
Mi piacerebbe vedere una maggiore propensione alla condivisione autentica di idee e pensieri, senza secondi fini. Un luogo virtuale di comunione, dove si possano scambiare esperienze e riflessioni, imparando dagli altri senza dover “scoprire di più”.
A forza di crescere, siamo arrivati al soffitto. Vogliamo prenderne atto? Forse è tempo di inventare percorsi alternativi, invece di continuare a inseguire la crescita — del fatturato, del PIL — come alcuni continuano a proporre.
Lo so, può sembrare utopico. Ma non è un sogno impossibile. E se si sviluppasse un “legati dalle idee” parallelo?
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