Chi ha paura della trasparenza? *


13,5 miliardi di euro. Un’opera pubblica. Un contratto firmato prima del parere della Corte dei Conti e prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Eppure, il parlamentare che chiede di visionare l’atto aggiuntivo si sente rispondere che… non ne ha diritto.

La motivazione?
«La qualità di Parlamentare non attribuisce di per sé una posizione legittimante l’accesso ai documenti amministrativi.»

Tradotto: il rappresentante dei cittadini non può accedere agli atti che vincolano lo Stato.
E chi decide? Il privato. Eurolink si oppone, temendo un “pregiudizio ai propri interessi economici e commerciali”.

La trasparenza è diventata un optional.
Il controllo democratico, una formalità.
Il contratto pubblico, una proprietà privata.

Se il Parlamento non può vedere, chi può?
Se il privato detta le regole, chi governa?

Questa non è solo una questione giuridica. È una questione di democrazia.

Serve una pubblicazione integrale di contratti, atti aggiuntivi, relazioni tecniche e cronoprogrammi?
I cittadini hanno diritto di sapere come vengono spesi i loro soldi? Il controllo pubblico non è una concessione: è un dovere.

* Questo testo, unitamente all’immagine, è stato generato con la collaborazione della mia assistente digitale (Copilot, che può commettere errori) sulla base del seguente articolo : https://www.msn.com/it-it/money/storie-principali/ponte-la-societ%C3%A0-stretto-di-messina-si-rifiuta-di-dare-informazioni-sul-contratto-firmato-con-eurolink/ar-AA1N4BK9?ocid=msedgdhp&pc=LCTS&cvid=68d2223225f74fdea09d75ae53d302fa&ei=37

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