Uguaglianza di Genere e Scandali: Una Realtà Condivisa


La parità di genere è arrivata anche nelle inchieste giudiziarie. Non è progresso: è il segno che uomini e donne condividono ormai gli stessi privilegi… e gli stessi scandali.

La vera sfida, a mio avviso, non è chi occupa i ruoli, ma come li esercita.

…E intanto, i nostri avversari russi sorridono ironicamente. Non perché siano più virtuosi, ma perché vedono un’Europa che predica valori universali e inciampa sulle proprie incoerenze.

Una cosa però l’abbiamo davvero raggiunta: una “soft skill” condivisa ai vertici, trasversale al genere e alla geografia. Quella che nei corsi di formazione non si insegna, ma si apprende sul campo: l’arte di sopravvivere nel sistema, anche quando il sistema è avariato.

“Da tempo “predico” la necessità di una transizione metodologica. Molti annuiscono: ‘vero’. Poi, però, nulla cambia. È il paradosso della nostra società occidentale: preferiamo aggiungere etichette e corsi di soft skill piuttosto che rivedere i metodi con cui pensiamo, decidiamo, comunichiamo. Ma senza un cambio di metodo, ogni parola resta retorica. E la retorica, da sola, non rigenera la fiducia. Finché la trasparenza resterà un optional, continueremo a celebrare l’uguaglianza solo nelle statistiche delle indagini.

Che progresso è, se siamo uguali solo nel cadere?

Un pensiero riguardo “Uguaglianza di Genere e Scandali: Una Realtà Condivisa

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  1. Il metodo è il vero tabù del nostro tempo. Lo vediamo anche nelle lingue: il kirundi, scritto e vivo, resta invisibile nei sistemi globali. Non mancano le tecnologie, mancano la volontà e l’interesse. La parità linguistica, come quella etica, resta un optional.

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