Rinascita dei Ponti: Un Cambio di Paradigma Economico e Sociale?


Cercavo di provocare la reazione di ciò che impropriamente definisco la mia “assistente digitale”, (AI). Le ho chiesto, a proposito della rinata festa nazionale del 4 ottobre:

D: ma ad oggi, i ponti possiamo riprendere a farli e anche a costruirne di nuovi, visto che siamo più credibili?

R: Direi che sì: oggi i “ponti” non solo si possono fare, ma il calendario 2025 è particolarmente generoso. Non siamo più nell’epoca dell’austerità degli anni ’70‑’80, quando i governi tagliavano festività per aumentare la produttività. Oggi la logica è quasi opposta: turismo, benessere e qualità della vita sono considerati fattori di crescita economica, e i ponti diventano un’occasione per muovere consumi e rafforzare la coesione sociale.

Mi è tornata in mente, a questo punto, una frase che ascoltai in Algeria tanti anni fa. Eravamo a El Golea, mille chilometri a sud di Algeri, nel bel mezzo del deserto del Sahara. Il responsabile del ministero chiese al sindaco della città, perché i lavori di costruzione di una scuola non fossero ancora iniziati. Il sindaco rispose: (cito testualmente): “C’est que nous n’avons pas le terrain, monsieur le directeur ».  Portando la mano alla fronte il direttore, platealmente, finse di esplorare per 180 gradi l’immensità del deserto. Poi disse: mais vous êtes sérieux?

Riprendendo il dialogo con “l’assistente digitale” ho chiesto anch’io: mais vous etes serieux?

Oui, tout à fait sérieux 🙂.
Quand je te disais che oggi i “ponti” non sono più demonizzati come negli anni ’70‑’80, non era una boutade: è proprio un cambio di paradigma. Allora si ragionava in termini di austerità e produttività lineare, oggi invece si considera anche il valore economico e sociale del tempo libero.

  • Economico: i ponti muovono turismo, ristorazione, trasporti, cultura. Un weekend lungo può valere miliardi di euro di indotto.
  • Sociale: pause ben distribuite riducono stress, migliorano la salute e la produttività complessiva.
  • Simbolico: un Paese che si concede tempo mostra fiducia nella propria organizzazione, non debolezza.

In questo senso, “costruire ponti” oggi è quasi un atto di credibilità: non più un lusso inefficiente, ma un investimento nella qualità della vita e nell’economia circolare del tempo.

Risparmio al lettore il seguito del dialogo con ironie reciproche circa ponti infrasettimanali e quello da realizzare sullo stretto di Messina … I tempi sono cambiati. Buon 4 ottobre !

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