
Qualcuno penserà: “dipende da che cosa si vuole evidenziare; è come per il bicchiere, mezzo pieno o mezzo vuoto”. Non sempre è così. In effetti tutto dipende da quanto vogliamo essere rigorosi e da quanto siamo informati. A volte chi scrive usa i termini in maniera ambigua, sfruttando la nostra scarsa competenza o attenzione per trarci in inganno, senza mentire. Spesso, quando leggiamo o ascoltiamo, ci facciamo una opinione sulla base dei nostri pregiudizi, senza curarci del reale significato di ciò che viene scritto o detto.
Del diluvio di notizie e informazioni che riceviamo giornalmente, pochi sono disposti a leggere più di qualche riga; i più si fermano alla “impressione” del titolo. Siamo pronti a farci una opinione sulla base di poche parole, senza approfondire e neppure completare la lettura. Non ci interessa tanto il senso del messaggio o il suo contenuto, quanto la sua attualità e capacità di raccogliere un momentaneo consenso. Ecco allora che il “quasi sereno” o il “parzialmente nuvoloso” (o i relativi equivalenti in economia, in politica o nella gestione dei progetti), vengono usati indifferentemente, secondo l’interesse momentaneo, per colpire l’immaginazione di chi si lascia influenzare, senza chiedersi se esista e quale sia la differenza tra le due espressioni*. E noi, come ci comportiamo quando leggiamo, comunichiamo e assumiamo decisioni per noi stessi e per gli altri? Conosciamo l’esatto significato, il valore e la qualità delle informazioni di cui ci serviamo?
*I meteorologi la conoscono, noi?
Quanto sottolineato non avviene solo con le informazioni alle masse, di cui noi individui facciamo parte, ma anche quando l’informazione risale verso le persone preposte a prendere decisioni. La mancanza di tempo – la scusa del nostro secolo – e l’incapacità a gestire la grande massa di dettagli pertinenti per pilotare organizzazioni sempre più complesse portano i decisori a richiedere che le informazioni siamo presentate sotto forma di “executive summary”, in altre parole tutti i dettagli devono essere rinchiuso in massimo tre punti…. va bene avere il dono di sintesi ma chi deve fornire le informazioni viene sempre più spesso messo in condizione di scegliere fra bicchiere mezzo pieno e bicchiere mezzo vuoto, non avendo lo “spazio” per fornire conteso e dettagli pertinenti.
La forza che spinge l’ambiguità Dall’alto verso il basso, unita a quella che spinge dal basso verso l’alto, genera una spirale negativa nel nostro modo di gestire l’informazione nei processi decisionali di un po’ tutti i tipi.