“Tutto quello che non c’è non si rompe e non si guasta”


Così, nei primi anni Settanta del secolo scorso, recitava la pubblicità di un noto gruppo automobilistico, che equipaggiava il suo modello di punta con un motore raffreddato ad aria.

L’affermazione, inattaccabile da un punto di vista logico, serviva in realtà a mascherare i limiti di una soluzione tecnologica, certamente interessante, ma non più in linea con il progresso tecnologico e le esigenze prestazionali in quegli anni di grande sviluppo, economico e tecnologico.

In effetti a quei tempi non era insolito vedere auto ferme sul ciglio della strada, con il cofano aperto, ed una nuvola di vapore acqueo che si sprigionava dal radiatore. Vari e numerosi erano i guasti che affliggevano l’impianto di raffreddamento ad acqua: radiatore bucato o intasato, pompa dell’acqua bloccata, manicotti in gomma forati e fascette di serraggio allentate. Quanti imprevisti e quanti guasti. Ci sono voluti anni di ricerca ed affinamenti per arrivare alla odierna affidabilità del raffreddamento ad acqua.

Il progresso tecnologico è a volte impetuoso, comunque inarrestabile. Alla fine, il motore raffreddato ad aria è stato abbandonato, anche da chi ne decantava la semplicità e l’affidabilità. Il progresso nelle relazioni tra gli umani, e nei sistemi per regolarle, è invece molto più lento e controverso. Più di una volta si è rimpianto il passato, idealizzandolo, e deciso per inerzia o per necessità di tornare ai vecchi sistemi.

Con un parallelo certamente ardito, riferendoci al mondo delle relazioni umane e dei sistemi politici che tentano di regolarle, possiamo paragonare il semplice e robusto sistema “ad aria” ai regimi cosiddetti dirigisti, costituiti da strutture semplici e, a prima vista, molto efficaci. Il raffreddamento ad acqua, al più complesso ed articolato sistema democratico e collaborativo, certamente più flessibile e capace di intercettare le esigenze dei più, magari a scapito dell’efficienza, perché ancora oggi affetto da problemi di affidabilità e tenuta.

La complessità, in ogni settore, dalla tecnologia ai rapporti con i nostri simili, ci affascina e ci spaventa. Non è mai facile distinguere ciò che è inutilmente complesso da ciò che, grazie alla complessità, ci permette di meglio comprendere ed interpretare la realtà. Si tratti del mondo fisico o delle relazioni con i nostri simili. Preferiamo lavorare con determinazione per migliorare l’affidabilità e l’efficienza dei sistemi complessi o tornare alla semplicità, ed ai limiti, dei sistemi “raffreddati ad aria”?

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