A volte si torna indietro.



Cambiamento non è sinonimo di miglioramento, anche se istintivamente siamo portati a crederlo
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Nel secondo secolo dell’era Cristiana l’Impero Romano aveva già raggiunto il suo massimo sviluppo. In Egitto, Alessandria era una capitale decaduta ma ancora al vertice per le scienze. Proprio ad Alessandria il filosofo e scienziato Claudio Tolomeo portò avanti una intensa attività di “ricerca e sviluppo” introducendo importanti cambiamenti nell’ astronomia e nella geografia (1). In astronomia abbandonò la teoria di Aristarco (2), secondo cui la terra gira intorno al sole, per adottare quella geocentrica di Aristotele. Questo clamoroso errore non fu messo in discussione per molto tempo. La teoria geocentrica di Tolomeo rimase prevalente per i successivi quattordici secoli; perché coerente con le sacre scritture, che cominciavano a diffondersi in tutto l’Impero, e perché ancora oggi, tutti possono vedere che è il sole a sorgere e tramontare e non viceversa.

Ciò che ci viene presentato come innovativo non sempre è migliorativo, anche se ci appare attraente. A volte cambiando o innovando si torna semplicemente indietro per ritrovarsi, dopo secoli, al punto di partenza. Certo, se si è imboccato un percorso che ci allontana dai nostri obiettivi primari, tornare indietro può essere l’unica soluzione, ma il tempo fluisce a senso unico e spesso si è costretti a lunghe deviazioni. A volte si cambia perché non si sa esattamente dove andare e ci si affida alle promesse ed indicazioni, più o meno interessate, di chi vuole venderci un “prodotto”; si tratti di beni, servizi o di opinioni.

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Tali situazioni si sono verificate periodicamente nella storia umana, in particolare in presenza di eventi significativi, di natura tecnologica o sociopolitica, che sono stati percepiti come determinanti per migliorare la vita e le sorti del genere umano. Ultimamente, alcuni di questi eventi, genericamente definiti nel linguaggio dominante, “Disruptive Innovation” stanno anch’essi suscitando grandi aspettative e speranze. Sorprendente è la sempre maggiore velocità del cambiamento, indotto dalla tecnologia, in relazione alla relativa lentezza della nostra capacità di interpretarlo, adeguando conseguentemente regole e principi a livello sociopolitico. Questa è certamente una novità, ed un fattore di rischio, che dovremmo attentamente valutare alla luce delle passate esperienze che la storia ci consegna, lasciandoci spesso indifferenti. Siamo pronti a stabilire le priorità, e fare le scelte conseguenti, senza poi contraddirci? Al momento non sembrerebbe; neanche a livello di “tribù” o di singolo stato. Quali riferimenti dovremmo adottare, e quali luoghi comuni abbandonare, per dare finalmente una direzione ed un verso alla nostra instancabile ricerca della felicità?

  1. John Noble Wilford. I signori delle mappe – Garzanti. (Titolo Originale: The Maps Makers)
  2. Aristarco di Samo (310 a.C. – 230 a.C.) Primo sostenitore della teoria eliocentrica

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