Ormai da qualche mese il messaggio che giunge dai media, a titoli incatenati, è univoco e chiaro:

ha sedato con saggezza e determinazione le costanti risse tra i partiti ad alleanza variabile e riportato la calma in parlamento, incutendo timore e rispetto a Leader navigati e parlamentari eletti per caso,
ha riscritto il PNRR rendendolo credibile e finanziabile da parte della UE,
ha gestito l’emergenza pandemica facendoci diventare, dopo aver registrato indici di mortalità altissimi, uno dei paesi più virtuosi e vaccinati,
ha rabbonito i mastini delle agenzie di rating internazionali che, finalmente, migliorano il loro giudizio su di noi,
ha reso obsoleto il temibile e famigerato rapporto Deficit/Pil che da sempre ci opprimeva limitando la nostra credibilità,
Ha fatto in modo che l’economia nazionale rimbalzasse, dopo anni di segni negativi, con una crescita percentuale superiore a quella delle maggiori potenze economiche europee,
Ha ottenuto un insperato riconoscimento dal prestigioso Economist che ci ha eletto “country of the year 2021 ” per i progressi compiuti rispetto al 2020,
Tutto questo senza nemmeno essere stato nominato Senatore a vita. “What else?”
Con tutto il rispetto, la stima e la simpatia per il Grande Timoniere, che sa e non parla, non ci starà sfuggendo qualcosa?
Così a botta calda, non ci sfugge che è aumentato, non so di quanto, il numero di poveri, gente, famiglie, che non sanno come arrivare a fine mese.
Non so quanti fossero i nostri poveri prima del Covid 19, di cui ormai pare quasi certo che siano responsabili i Cinesi (e non sappiamo quanto involontario sia stata la fuga del virus), e pertanto non so quale sia lâincremento; confido che un trend in miglioramento a livello nazionale trascini con sé anche coloro che sono rimasti indietro o che consenta a chi sta meglio di far qualcosa anche per chi soffre.
Per quello che è la mia limitata visione delle cose, mi pare che la corsa allâoro sia ripresa con rinnovato vigore, anche solo a giudicare dalla quantità di assai costose auto nuove (ma è una visione terribilmente limitata).
Vedo di buon occhio i successi sportivi, che potrebbero spingere i giovani a impegnarsi in sane attività fisiche anziché in droghe, e passatempi meno salutari.
Restano gli aspetti dellâapproccio sociale, sempre basati sulla competizione sfrenata, nella quale non tutti sono preparati o disposti a buttarsi: unâottica più ampia, in cui ognuno consideri il proprio vicino come âprossimoâ e si consideri parte di un insieme (in prima approssimazione Uomini, Animali, Vegetali, Minerali, Acque e Aeriformi) il cui fine è lâequilibrio, e consideri che il proprio contributo a questo equilibrio sia la misura del proprio successo, potrebbe portare dei sensibili miglioramenti nella nostra società europea.
Dico Europa non avendo preso in conto gli extracomunitari, che cercano di sfuggire a situazioni che molto poco o quasi nulla hanno in comune con la nostra eccessivamente opulenta e consumista, salvo quanto detto sopra. Ci sono situazioni di miseria, degrado, insicurezza, ecc. che noi non riusciamo neanche a capire realisticamente ma su tutte queste non abbiamo influenza, a parte qualche Giovanna dâArco o Madre Teresa che sacrificano la propria vita in aiuto di questi. Penso che sia un problema mondiale che potrà risolversi solo con azioni coordinate da parte di tutti quei governi che ora pensano a produrre armi quando non a farsi la guerra.
Dopo tutta queste fantasie, non so se quanto succede di apparentemente buono sia alla fine orientato a sostenere le Banche e i centri di potere stabiliti e a perpetuare un equilibrio di ricchi e poveri, felici e disperati, grassi e magri, com’è sempre stato. Ci sono correnti di pensiero più sviluppate che cercano di far passare un discorso di etica che mitighi la volontà di potenza diffusa ma non so quanto e quando attecchirà .
La Scienza, con tutte le scoperte che si stanno facendo, potrebbe portare cambiamenti profondi ma per ora è cosa di pochi.
Spero che scuserai la prolissità e la vanità .
Un caro saluto
Marco
Marco Maria Marchini +39 3482245267 mptg18@gmail.com
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In relazione ai commenti ricevuti circa la nomina dell’Italia “paese dell’anno 2021” da parte dell’Economist, ritengo opportuno riportare quanto lo stesso quotidiano premette riguardo alle modalità di assegnazione del riconoscimento:
“The award goes not to the biggest, the richest or the happiest, but to the one that in our view improved the most in 2021. Past winners have included Uzbekistan (for abolishing slavery), Colombia (for making peace) and Tunisia (for embracing democracy)”.
“Il premio non va al (Paese ndt) più grande, al più ricco o al più felice, ma a quello che secondo noi è migliorato di più nel 2021. Tra i vincitori del passato ci sono Uzbekistan (per aver abolito la schiavitù), Colombia (per aver fatto la pace) e Tunisia (per aver abbracciato la democrazia)
Per una lettura completa del testo (occorre essere registrati) :
https://www.economist.com/leaders/2021/12/18/which-is-the-economists-country-of-the-year-for-2021