L’istinto, più che la logica, mi dice che invece di cercare di contrastare i cambiamenti climatici, sperando di mantenere i nostri stili di vita, dovremmo ormai prepararci a sopravvivere ad essi. Occorre ricercare, e lasciare ai nostri nipoti, i modelli e gli strumenti per farlo. Inutile continuare a disquisire sul se e quanto la responsabilità dei cambiamenti climatici sia riconducibile a noi umani. Non abbiamo mai avuto il controllo della situazione. Il tempo a disposizione è poco e non abbiamo, ancora, un pianeta alternativo. Se vogliamo sperare di conoscere ed esplorare l’universo da cui siamo emersi, dobbiamo assicurarci la sopravvivenza sul pianeta terra. Non basterà la tecnologia a salvarci. La natura ci ha dotati però di una istintiva capacità di immaginare gli eventi e reagire di conseguenza, prima che si verifichino. Questa capacità ci ha permesso di sopravvivere per millenni e conquistare il pianeta terra. Recentemente l’abbiamo trascurata, confusi e distratti da sondaggi, diagrammi e percentuali ingannevoli. Occorre ora riscoprirla per compiere, utilizzando la vera conoscenza, le scelte necessarie per assicurare continuità alla nostra civiltà ed ai suoi valori fondanti; se siamo ancora in grado di riconoscerli. Lo sappiamo, sono quelli che hanno migliori capacità di adattamento a sopravvivere. Noi le possediamo ancora? Non facciamoci confondere dalla resilienza. Intuiamo che ora occorrono scelte coraggiose e impopolari. Per adattarsi ai cambiamenti occorrono un nuovo approccio metodologico, un nuovo ordinamento sociale e quindi una revisione degli strumenti con cui si realizza la vera democrazia. Un ritorno al passato? Non direi, piuttosto un futuro possibile. A meno che non vogliamo aspettare che qualcuno venga a dirci quando e dove costruire l’arca della salvezza.
Sto vaneggiando?
Ethics of knowledge 
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