Quanto valgono i nostri “valori”? Intendo i valori di libertà, democrazia, uguaglianza, di cui noi Europei Occidentali dovremmo essere particolarmente fieri e che, in passato, ci hanno fatto sentire superiori a molti altri. Non parlo in termini monetari, ma di sacrifici che siamo pronti a compiere e compromessi che non siamo disposti ad accettare, per mantenerli e assicurarli alle generazioni future.

A giudicare dai rinvii, dalle correzioni, dai distinguo e, perché no, dalle marce indietro compiuti in questi ultimi anni dalle classi dirigenti, direi poco. Dal disinteresse crescente delle “masse laboriose” verso il degrado degli strumenti con cui viene esercitata la democrazia, direi molto poco. Certo, bisogna innovare e cambiare ciò che non è più adeguato; mi riferisco in particolare alla classe politica, che sembra intenzionata a riproporre, per il cambiamento, gli stessi strumenti che hanno contribuito a creare la situazione in cui ci troviamo. In questo settore noi Italians siamo dei maestri: “For things to remain the same, everything must change” Riconoscete la frase del Leopard? Occorre anche “indicizzare” diritti e doveri per stabilire la nuova rotta che solo i più ingenui possono immaginare sarà con il vento in poppa. Siamo disposti a navigare di bolina? Occorrono anzitutto coerenza e spirito di sacrificio. Noi Europei occidentali non sembriamo messi bene in entrambe le virtù. D’altra parte, chi certi valori non li considera o è disposto a sacrificarli, si dimostra sistematicamente più agile ed efficiente degli altri. Sarebbe un grave errore riproporre vecchi schemi, come qualcuno sta già facendo, per ritornare competitivi. Allora, questi nostri valori fondanti sono obsoleti e li vogliamo cambiare o sono ancora importanti e vale la pena sacrificarsi per mantenerli?
Voi, che ne dite?

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