Propongo di associare il 2020, certamente l’anno della pandemia, anche alla ripresa di una pratica “virtuosa” di cui non si sente più parlare dai tempi in cui veniva imposta, ai dissidenti, dai regimi del cosiddetto “socialismo reale” L’AUTOCRITICA.

La capacità che, superando il nostro istinto, ci consente di ricercare nei nostri comportamenti errori ed inadeguatezze, prima di attribuirli agli altri. A volte è più agevole imparare a migliorare se stessi, diventando magari uno scomodo esempio, che cercare di cambiare gli altri, solo in base al pregiudizio o, peggio, al nostro personale interesse. Nessuno, naturalmente, tende a mettere in discussione le proprie idee ed i propri costumi “a prescindere”. Occorre studiare ed applicarsi nell’autovalutazione per sfuggire all’autoinganno. Occorre anche imparare a crederci ed a capirne l’utilità!

Negli anni del Successo e dell’Eccellenza a tutti i costi, l’AUTOCRITICA andrebbe introdotta nelle scuole, a partire dalle ultime classi delle primarie. In particolare, la generazione dei quarantenni, attualmente giunti o aspiranti al potere, sembra essere scarsamente preparata all’uso di questo prezioso e insostituibile strumento. Per loro si potrebbero organizzare speciali corsi di formazione e aggiornamento, con il riconoscimento di CFP e, magari, di una certificazione ad hoc. Cominciamo a cercare i formatori idonei; gli organismi di certificazione non mancano!

Sono stato inutilmente ironico ed eccessivamente critico? Fatemi sapere.