appena 2 anni orsono, sotto la spinta emozionale della pandemia e delle annunciate transizioni energetica ed ambientale in ottica ESG, il prezzo del petrolio aveva toccato un minimo storico negativo. I produttori erano disposti a pagare per liberarsi delle scorte accumulate e non essere costretti a fermare gli impianti.* I combustibili fossili avevano gli anni contati. Alcune compagnie che avevano investito per estrarre petrolio dagli scisti bituminosi dichiaravano fallimento. Anche i sostenitori dell’energia nucleare non stavano, per così dire, troppo bene..

Cosa sia realmente accaduto in pochi mesi è descritto in migliaia di titoli, spesso contraddittori, prodotti dai media tradizionali e social. Tutti sappiamo ma pochi, inclusi esperti virologi e militari, politici ed economisti, sono in grado di interpretare gli eventi a livello logico. L’incoerenza nei comportamenti e nel linguaggio regna sovrana, soprattutto ad ovest. Gli spettri dell’olocausto nucleare, la contrapposizione semplicistica tra “noi buoni” e “loro cattivi”, riemergono dal passato, in un incalzare di notizie ed eventi, tra il comico ed il grottesco alla ” 007 CASINO ROYAL”. Che si tratti della più volte descritta “nebbia celebrale” diffusasi tra le classi dirigenti delle società globalizzate del terzo millennio? Poco probabile. Per dare un senso agli eventi attuali e ipotizzare per quanto possibile gli sviluppi successivi occorre, forse, affiancare al metodo di Cartesio la saggezza dell’antica Roma: Cui Prodest?

* https://www.wired.it/economia/finanza/2020/04/21/petrolio-prezzo-negativo/