“No, la felicità non è un diritto, tantomeno costituzionale; nessuno stato, pur florido e pacifico, la può garantire.”
Da alcuni anni, soprattutto nelle civiltà occidentali, si è consolidata l’idea che la felicità sia facilmente raggiungibile, tanto da farla considerare quasi un diritto. Il cosiddetto consumismo tende a convincere i cittadini utenti che la felicità sia identificabile con il benessere; il possesso di beni ed il soddisfacimento di bisogni vari, spesso fittizi, che vengono di volta in volta creati e amplificati.
Ovviamente non è così. “Per sperare di raggiungere la felicità dobbiamo, forse, cercare altro “..
Non lasciamo queste riflessioni ai soli studiosi di filosofia.

Interessante analisi sul concetto di felicità, dall’antica Grecia ai giorni nostri, di Julian Baggini:
No, you don’t have a right to happiness (il testo è in lingua inglese)
https://www.prospectmagazine.co.uk/columns/you-dont-have-right-happiness-philosophy
Ciao Giovanni,
la mia idea è che sia difficile dare una definizione di felicità o individuarne una tipologia applicabile in generale. A livello personale enso che si possa concretizzare in momenti: – momenti in cui hai fatto qualcosa che ti è venuto bene, ti sei impegnato e ha ottenuto un risultato, indipendentemente dal valore o valenza che questo possa avere per altri – momenti in cui contempli la natura e la bellezza del mondo intorno a te e te ne senti parte integrante, indipendentemente da quanto tu abbia fatto per questo – attimi in cui trovi una fortissima corrispondenza biunivoca con una persona, per me in genere dellâaltro sesso, non è fisico ma spirituale
Non puoi cercarla, la felicità , ti viene addosso, ti viene regalata per qualche ragione esterna eppure è tutta tua e solo tua e dura un attimo, poi svanisce nei pensieri âterrestriâ.
⦠al solito le mie fantasie
Grazie e a presto
Marco
Marco Maria Marchini
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